Committente:
Provincia di Como
Luogo:
Dongo (CO)
Data di svolgimento dell'incarico:
1998 - 2001
Importo lavori "storico":
1.858.211,90 €
Servizi svolti:
progettazione di fattibilità tecnica ed economica, definitiva ed esecutiva; direzione lavori

L’incarico, svolto congiuntamente agli ingg. Alberto Cappelletti e Manlio Cantaluppi, rientrava tra gli interventi previsti dal “Piano  per  la  difesa  del  suolo  ed  il  riassetto  idrogeologico  della Valtellina  e  delle  zone  adiacenti  delle  provincie  di  Bergamo,  Brescia  e  Como” (Legge “Valtellina” 02.05.1990 n° 102) e riguarda la sistemazione della frana in località “Tre Mason” in comune di Dongo, nell’ambito del bacino idrografico del torrente Albano, dove si riscontrava una generale situazione di instabilità dei versanti lungo l’asta del corso d’acqua. Di tali dissesti la frana in località Tre Mason rappresentava il più significativo e pericoloso per diversi motivi, in particolare perché un eventuale scivolamento del corpo frano fino al letto del t. Albano avrebbe comportato la formazione di uno sbarramento naturale del corso d’acqua e il rischio di uno scenario di cosiddetto “dam break” con conseguenze catastrofiche per l’abitato di Dongo. Il progetto ha previsto l'esecuzione degli interventi qui sinteticamente illustrati:

  • formazione di una rete di drenaggio profondo di tipo permanente costituita da tubi drenanti sub-orizzontali in doppia parete a filtro rigenerabile, disposti su tre livelli e di lunghezza variabile tra 15 e 30 m, e posa in opera lungo il pendio di canalette prefabbricate per la regimazione e smaltimento delle acque di corrivazione superficiale e di quelle captate dai drenaggi di cui sopra;
  • formazione di opere longitudinali e trasversali di contenimento del piede frana e di difesa spondale del fiume Albano. In particolare, in corrispondenza del piede della frana è stata realizzata una scogliera di difesa spondale in massi ciclopici intasati con cls, con inclinazione 45° e altezza m 3,5, con contestuale formazione di drenaggi passanti. L'intervento è stato completato dalla formazione di quattro soglie di fondo in c.a., aventi paramento a vista rivestito con pietrame, il cui scopo principale è quello di contribuire a ridurre la pendenza longitudinale dell'alveo;
  • definitiva ricostruzione di un tornante della strada Dongo-Catasco con allargamento della sezione stradale fino a m 6,50 in corrispondenza della curva del tornante e raggio di curvatura esterno pari a m 6,80. La realizzazione del tornante ha implicato la messa in sicurezza del muro impostato alla base del rilevato, mediante la formazione di micropali di fondazione e la esecuzione di due ordini di tiranti a trefoli di tipo permanente, con lunghezze variabili da 24 a 30 metri, disposti a passo longitudinale sfalsato, in perforazioni sub-orizzontali. È stata inoltre realizzata, lungo il paramento di valle, una idonea opera di sostegno costituita da una muratura in c.a. con rivestita in pietrame in due distinti ordini, fra loro sfalsati in senso orizzontale. Ciò ha permesso di realizzare un terrazzamento continuo a verde, necessario per l'impianto naturale di arbusti e specie rampicanti che, unendosi alla struttura in pietrame, hanno permesso un inserimento paesaggistico dell’opera a regola d’arte e fornito un aspetto “naturale” all’intervento nel suo insieme;
  • ricostruzione del tratto stradale in attraversamento del corpo frana, mediante traslazione dell'asse tratto stradale verso monte, per una lunghezza di circa 150 metri, di cui 80 in attraversamento del corpo frana. La variante del tracciato ha consentito di svincolare la sede stradale dalla coltre detritica superficiale costituente l'originario corpo frana. A protezione del nuovo tratto stradale, lato monte, è stato realizzato un muro di controripa in c.a. con paramento a vista in pietrame dell'altezza massima di 4,00 metri, accompagnato dalla posa in opera di una rete di protezione in acciaio zincato Ø 8 mm ed alla realizzazione di ancoraggi permanenti a protezione del ciglio roccioso soprastante;
  • sistemazione idraulica dell'alveo del torrente Catagno fino allo sbocco nel sottostante T. Albano mediante la profilatura e regolarizzazione della sezione dell'alveo;
  • bonifica superficiale e riprofilatura dell'intero corpo frana: sono state realizzate palizzate semplici disposte parallelamente alle curve di livello, ad interasse i 3,0 m integrate, per finalità di carattere estetico paesaggistico, con alcuni corsi di muretti a secco (H = 1,50 m) di caratteristiche ed aspetto similare a quelli esistenti nelle vicinanze dell'area in oggetto;
  • Lavori di piantumazione e rinverdimento mediante idrosemina secondo il sistema "bianco-verde", nonché la fornitura e messa a dimora di essenze arboree di specie pioniere.